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Piccole meraviglie 9.

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Sono viva eh. Più o meno. Oggi alle 17.30 si chiude la saracinesca, amen. Gna faccio più, posso dirlo con cognizione di causa. Latito dappertutto: da casa, dove sono stata un’ombra. Dal mio cerchio, dove non sono riuscita ad andare. Dal web e dalle mie amiche, vicine e lontane, anche se le ho sempre pensate.

E quindi siamo al 24. Mi attende l’ennesimo tragico natale in famiglia, con in regalo anche un bel “buco” a forma di Nidhal ad allietare ulteriormente le feste. Che si sa, natale è la festa della famiglia, dei bambini. E chi un bambino lo ha perso non la vive tanto bene. Men che meno chi ne ha persi 4. Fanculo.

Ok, lo ammetto: 24 giorni di lavoro no-stop non hanno giovato al mio abituale mode Scroodge. Vabbhè. Andrà meglio 🙂 Ad ogni buon conto, io la mia lista la faccio lo stesso… perchè ci sta tutta e la sento davvero.

– il mio santo, santissimo marito, che mi lasciava qualcosa da scaldare per cena, i riscaldamenti avviati, la termocoperta accesa
– il freddo, finalmente, che ripristina le temperature normali di dicembre (ciò non toglie che io esca sempre come se vivessi in Siberia, ma va bhè)
– rispolverare il mio francese con una carinissima coppia di signori di mezza età e passare 15 minuti adorabili parlando di lavanda
– avvolgermi nel pile verde e nero di ikea, sul divano, con il latte di riso al cacao, Clara, e solo le luci dell’albero accese
– il microonde nuovo in negozio per mangiare una zuppa calda a pranzo
– cominciare a selezionare un po’ di musiche “acquatiche”
– il passare insieme una serata meravigliosa, breve ma intensa, stravolti io dal lavoro e lui dalla febbre, ma chi se ne frega, perchè riscopriamo sempre quanto stiamo bene insieme
– scrivere bigliettini per accompagnare le nostre cioccolate e commuoversi nel firmarli a nome di tutti e tre
– il dvd della presentazione di Sholeh Zard e soprattutto il disegno di Amelia sul nostro frigo, che mi fa sorridere ogni volta che alzo gli occhi
– l’ambra che ho deciso di accoppiare alla mia ametista
– sentire che è ora di guardare anche avanti e cercare di assorbire le energie di questo periodo di rinascita
– la mia candela di Yule, bianchissima e profumata, e guardarla bruciare cercando di lasciare dietro tutto e formulando desideri e speranze per il domani
– le mani del mio Boccolone sui miei capelli
– Clara che si addormenta solo vicino a me, facendo le fusa, e che con il suo dolce-peso mi scalda i piedi
– le nostre bellissime confezioni di Masala Chai che sono andate a ruba
– vedere gli scaffali che si svuotano, Vittoria che sorride, sentire i complimenti dei clienti e vederli tornare a fare altri regali altre 2, 3, 4 volte
– ricevere complimenti per i bei pacchetti che faccio (gongolo gongolo!)
– gli amici del cerchio che vengono a fare i regali da noi con la scusa degli auguri e dei saluti
– accettare che non riesco più a mangiare schifezze, anche se a volte sarebbe tanto più pratico, perchè mangiare bene mi fa stare bene, mi fa rientrare nei mie jeans (allelujaaaaa), mi ridà un po’ di equilibrio e mi rende soddisfatta di me stessa
– comprare le stoviglie e preparare il menu per il capodanno, che sto 2012 di merda possa scomparire per sempre dalle nostre vite
– capire quanto sono fortunata, e davvero, e tanto. Perchè è vero che ho perso tantissimo, ma ho cose che la maggior parte delle persone nemmeno spera di avere: un uomo accanto che amo e che mi ama, che è il mio punto di forza e che sa appoggiarsi a me, che mi guarda con gli occhi lucidi e che quando mi abbraccia tutto il resto per me non ha più tanta importanza. Degli amici che mi sono stati accanto sempre e che continuano a farlo, che rendono la mia vita leggera anche quando annaspo, che mi fanno riflettere e sorridere, che mi scaldano il cuore. E non solo ho tutto questo, ma la maggior parte del tempo riesco anche a rendermene conto.

E, lo sapete, che devo per forza chiudere con la canzoncina… ma quest’anno cambiamo: non sarà la solita “Last Christmast!” che lo so, da quando scrivo sto blog è sempre quella e che vi ho fatto due palle tante (ma io la adoro, abbiate pazienza). Noooo. Quest’anno vi propino un altro grande classico… che forse è quello che sento di più in questo momento.

Insomma, buon natale: riempitelo di baci, abbracci, regali, amore. Stringetevi a chi amate e tenetelo stretto. Non vi stancate di dimostrargli quanto conta per voi. Scaldatevi, rilassatevi e godetevi le cose belle.

Piccole meraviglie 7.

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– Un nuovo paio di scarpe, con il tacco, con cui sto comoda come mai avrei creduto possibile e che trovo stupende
– Il Boccolone che mi accende i riscaldamenti prima di uscire, “così trovi casa calda, però mi raccomando spegni appena arrivi!”
– Riuscire a prendere in braccio un bambino senza mettermi a piangere (almeno non subito)
– I complimenti per i miei pacchetti-regalo
– Preparare un pacco da mandare alle amiche lontane, cercando di sorprenderle
– Addormentarmi abbracciata al cuscino del mio amore, con Clara che mi scalda i piedi e la termocoperta che mi scalda le terga
– I calzini pelosi e morbidi
La torta di mele per il mio altro uomo, il Dottor Contento
– Cominciare ad ideare un infuso speciale per una delle mie più care amiche, e trovare idee per il suo prossimo tour promozionale in Terronia
– Preparare la lettera con cui accompagnare il nostro regalo di Natale
– Fare l’albero di Natale con Clara che mi ruba le palline e riderci sopra
– Rincorrere Clara per casa quando si ruba le palline in cristallo, ‘tacci sua
– Preparare tutte le linee artigianali del negozio ed essere soddisfatta del risultato
– Scoprire che nel mio scaffale dei thè c’è ancora posto per qualcosa
– Il circolo del sushi, ora e sempre
– Avvicinarmi ad una forma fisica in cui comincio a ritrovarmi
– Le carezze del Boccolone sui miei capelli bordeaux, quando dormo con la tesa sul tavolino della cucina perchè non voglio rinunciare a stare con lui ma sono troppo stanca per tenere gli occhi aperti
– Il negozio pieno come un uovo per la presentazione dell’agenda pagana del Quadrifoglio
– Avere coscienza e conferma che sperare è l’unica opzione possibile, per me, per andare avanti, e che ho fatto bene a farlo, e che soprattutto continuerò a farlo.

Piccole meraviglie 2.

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E’ stata una settimana un po’ difficile… ma il bello di questi post è proprio costringersi a pensare alle cose belle, non alle magagne. Del resto, questo anno “intenso” è agli sgoccioli… meglio concentrarsi su quello che mi rende felice piuttosto che su tutto il resto, per terminarlo meglio che posso.

Source: news.bbc.co.uk via Isabella on Pinterest

– Le castagne al mercato
– Il piumone azzurro sul letto
– La tisana all’arancio, la marmellata di mandarini
– Ritrovare il respiro di quando danzo, ritrovare l’emozione di chiudere gli occhi e lasciar parlare il corpo
– Le candele accese sul tavolo, due bicchieri di vino e noi due che ridiamo e ci prendiamo in giro
– Il viola e il nero
– Comprarsi una cipria per cercare di volersi un po’ più bene provando a truccarmi un po’ (ho detto “provare” Mucchietto, non ti esaltare :D)
– Il mio nuovo colore di capelli
– Preparare la colazione sapendo che quando ti sveglierai sorriderai perchè sai quanto odio farlo
– Clara che vuole le coccole la mattina, sempre e comunque, e mi costringe a fermarmi 5 minuti che fanno bene a me e a lei
– La pila dei libri che mi attende
– Spolverare i barattoli delle erbe e aprirli per annusare a pieni polmoni gli odori che amo
– Lo scaffale delle candele colorate
– La voglia di ricamare
– La musica di Allevi ad occhi chiusi
– Capire che è giusto pensarti e  trovarti un posto non convenzionale, perchè sarà pur vero che non ci sei più, ma è altrettanto vero che ci sarai per sempre
– Samhain e il Cerchio, per chiudere e per ricominciare, perchè “il cerchio è aperto ma mai spezzato”

Red.

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Rosso, come il calore del fuoco. Come un calice del vino vegano che abbiamo messo in vendita in negozio. Come la ceralacca su un pacchetto antico. Come il granato e la corniola. Come il rubino. Come le foglie degli alberi davanti casa, che mi svolazzano in balcone e Clara cerca di prenderle al volo.

Rosso come il cambiamento, l’evoluzione, la vitalità. Rosso per ricominciare.

 

Sì, ho cambiato colore ai capelli. Bevetevi un bicchiere d’acqua e riprendetevi dallo shock. Tra l’altro la foto non rende molto, in realtà il colore non è così stinto ma bello carico.

E’ una semplice prova, fatta con l’hennè, ma ora che ho sdoganato il tabù e ho scoperto quanto mi piaccio con un altro colore in testa, non è detto che il cambiamento non diventi permanente (magari un po’ più rosso mogano che rosso tiziano).

Il Boccolone? Bhè, diciamo che gli ho dato un brivido molto adatto al periodo… Di primo acchitto è letteralmente sbiancato, poi dopo aver appreso che era hennè come quello che si fanno tutte le donne nel suo paese, ha ripreso a respirare. E ha gradito molto. L’unico suo grande scorno è che ora non mi può più chiamare Biò(nda), ma solo Rò(ssa).