Non so da voi, ma qua a Roma ci si squaglia di caldo. Roba che la mattina sono contenta di venirmi a fare le mie 11 ore di lavoro perchè il negozio ha un magnifico condizionatore al quale mi attacco come un koala all’eucalipto.
A questa estate sono arrivata abbastanza stremata, reduce da un anno assurdo, dal superlavoro di dicembre, dal trasloco e da tremila altri cazzi, piccoli e grandi, che mi hanno sfiancata.
E così a ratti passi si avvicinano le agognate FERIE.
Non sono in programma viaggi purtroppo: il trasloco ha prosciugato le nostre finanze per cui ce ne staremo a casa. Chissà che non troviamo il tempo di finire quelle millemila cose in sospeso, tipo appendere il lampadario della cucina o l’asta della doccia (se un signorino a caso si riconoscesse nelle mie parole e volesse darsi una mossa, farebbe sua moglie molto felice).
Questo stato di indefinitezza, di incompiutezza, mi urta da morire. Sapevo che un trasloco finisce diverso tempo dopo l’effettiva trasmigrazione degli scatoloni, ma così è un po’ troppo però.
Programmi per le vacanze dunque. Sistemare casa, fare qualche puntatina al mare di mattina presto per venircene via prima di pranzo ed evitare così la bolgia e il caldo infernale, concederci qualche passeggiata serale, un cinema, una pizza. Niente di che. Ma per chi, come me e il Boccolone, si vede con le ore contate, è un regalo immenso. Vorrei riprendere a fare le cose che amo, ma devo essere onesta: la combinazione caldo+anemia mi stronca ogni entusiasmo. Niente cucina, niente ricamo, niente maglia o uncinetto (nei quali continuo ad essere una pippa ma non mi arrendo!). Niente di niente. Che palle.
Spero che questa estate passi presto per un sacco di motivi. Non vedo l’ora sia settembre, ottobre, quando per me in qualche modo si ricomincia un po’ tutto. Intanto contiamo i giorni e ce li facciamo scivolare via.